Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Patto migrazione. L’inclusività solo a parole: tecnologie digitali e controllo dei corpi diventano ora la stessa cosa.

L’italiana Hermes, per voce di Antonella Napolitano reagisce così all’esito del voto sull'ampliamento di EuroDAC: «L’espansione del database Eurodac è una vera e propria arma tecnologica. Questa ulteriore forma di sorveglianza tratta come criminali persone che arrivano in Europa fuggendo da guerre, povertà, dittature e li sottopone a ulteriore violenza. Ma è anche una nuova erosione dello stato di diritto che riguarda tutti noi cittadini europei e che mette in discussione i valori di inclusività e giustizia sociale che l’Europa, solo sulla carta, dichiara di perseguire».

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Apriamo la trasmissione mandando un estratto dall'ultima puntata di stakkastakka riguardo alla scoperta da parte degli amministratori di un server di chat che le loro comunicazioni erano state intercettate da alcuni mesi. Il tutto scoperto grazie a delle attente analisi tecniche e al pressapochismo degli intercettatori. Il frammento che abbiamo mandato inizia intorno al minuto 20.

Raccontiamo di due leggi che avrebbero come scopo ufficiale la protezione dei bambini dalla pedopornografia, e come risultato reale quello della diminuzione della riservatezza per chiunque.
La prima è quella britannica, una legge effettivamente approvata, che si presenta con un testo molto generico che rimanda molte questioni a successivi regolamenti attuativi; da quanto si capisce, potrebbe applicarsi a praticamente qualsiasi servizio Internet che coinvolga lo scambio di dati tra utenti (diretto o indiretto che sia), mettendo a rischio da Wikipedia ai principali servizi di chat.
La seconda è quella europea, che invece è fortunatamente ancora allo stato di proposta, ed è nota con il nome di ChatControl. Anche se qui non c'è un testo definitivo, è interessante guardare la modalità con cui si sta discutendo, ovvero un lobbying abbastanza esplicito da sedicenti associazioni no-profit per la difesa dei diritti dei minori, che di fatto rappresentano gli interessi economici di aziende che operano nel settore della sorveglianza.

Passiamo così alle notiziole:

  • È lecito che youtube abbia tecnologie contro gli adblocker? Forse no, a meno che non lo scriva nella privacy policy
  • È più criminale fondare una banca o comprare un social network? Ce lo dirà Elon Musk
  • Apple non protegge il tuo MAC (address)
  • Merendine non adatte ai minori
  • Addio, addio amore... Ciao Wordpad, che il cestino ti sia lieve.

Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa

In settimana il Parlamento Europeo dovrebbe votare la direttiva ChatControl. Una legge stupida e inutile, che vuole abolire la segretezza delle telecomunicazioni con la solita scusa di "proteggere i bambini".

Ascolta il podcast della puntata di "DataKnightmare: L'algoritmico è politico"

La comodità dei servizi di Google non è esente da inconvenienti. Per conformarsi alle leggi vigenti, le Big Tech non esitano a condividere i dati dei loro utenti con le forze dell’ordine e con i Governi che dispongono dei mandati giudiziari appropriati, una peculiarità che sta generando nuovi stratagemmi di sorveglianza e investigazione.

Recentemente, Bloomberg ha pubblicato un report in cui ha esplicitato l’esistenza di una pratica poliziesca che si appoggia sui dati di geo-fencing accumulati delle varie imprese tecnologiche. In termini semplici: le autorità costringono le aziende a comunicare quante e quali dispositivi sono transitati in una specifica area geografica durante un lasso di tempo ben definito. Queste informazioni, spesso eccessivamente dispersive, vengono successivamente raffinate richiedendo a Google di tracciare le informazioni di coloro che hanno effettuato determinate ricerche sul web. Coloro che si trovano nei punti di contingenza delle due liste finiscono spesso con l’essere indagati, poco importa che la loro presenza in loco fosse innocente o casuale.

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In caso di mancato rispetto della previsione dell’articolo 4 co. 1 dello Statuto dei lavoratori si profilano due responsabilità di diversa natura: penale del datore di lavoro, inteso quale rappresentante legale della Società, e amministrativa dell’ente derivante dalla violazione della normativa privacy. Facciamo chiarezza

Esistono importanti rischi sanzionatori collegati alla violazione dell’art. 4 co. 1 dello Statuto dei Lavoratori relativo al controllo a distanza dei lavoratori.
In caso di mancato rispetto della previsione normativa, infatti, possono profilarsi due responsabilità di diversa natura. La prima riguarda la responsabilità penale del datore di lavoro, inteso quale rappresentante legale della Società.
La seconda riguarda la responsabilità amministrativa dell’ente derivante dalla violazione della normativa sulla protezione dei dati personali (Codice Privacy e GDPR).
Analizziamo le norme per fare un po’ di chiarezza.

Leggi l'articolo su Cybersecurity360

Investigative Reporting Project Italy ha realizzato un'inchiesta sulla filiera dell’industria in Italia, tra attori emergenti, testimonial della politica ed ex appartenenti a forze armate e forze dell’ordine.

Il software più famoso si chiama Pegasus e l’ha prodotto una società israeliana, NSO. È stato utilizzato per spiare giornalisti, oppositori politici, attivisti. Lo scopo che ci si aspetta dai sistemi di sorveglianza è proteggere. Invece, a volte, i prodotti possono essere “offensivi”. Data la sensibilità delle materie che riguardano la sicurezza, spesso le informazioni sono poche e parziali. NSO è uno dei principali attori di questa industria e ha già attraversato una lunga serie di scandali.

[...]

Anche l’Italia ha attori di primo piano in questo settore, che spesso si intrecciano in vari modi a Leonardo, azienda le cui azioni appartengono per il 30% al Ministero delle finanze. E l’industria esiste anche grazie a un sistema di fondazioni e think tank che creano una rete di scambio di opinioni idee, e tecnologie con gli Stati. Un vero e proprio micelio sotterraneo di cui è spesso difficile comprendere l’estensione.

Questa serie indaga sulle diverse sfaccettature dell’industria della sorveglianza e della sua filiera, sui canali usati per espandere il controllo della propria fetta di mercato e sui prodotti che le aziende italiane cercano di introdurre per sfidare i competitor mondiali.

Leggi tutte le puntate dell'inchiesta sul sito di IRPI

Puntata speciale dedicata ai Facebook files. Raccontiamo le rivelazioni riguardo Facebook e Instagram uscite di recente, rivelazioni che mostrano alcuni elementi ben più pesanti del solito.

In particolare emerge che Facebook non era rimasta con le mani in mano riguardo alle critiche sulle implicazioni sociali che gli venivano risolte. Al contrario era ben cosciente degli effetti nefasti che aveva sul piano sociopolitico o sulla depressione che fomentava soprattuto nei più giovani. Sapeva anche quali scelte avrebbero potuto ridurre questi difetti. Tuttavia, ha deciso di non prendere quelle scelte per dare priorità al profitto.

Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa

L'ultima versione del browser capisce quando l'utente si allontana dal computer, e lo dice ai siti.

Google ha implementato la Idle Detection API, un'interfaccia di programmazione che consente ai siti di capire se l'utente che ha aperto una delle loro pagine sia ancora davanti al computer o allo smartphone (poiché sta facendo qualcosa) o se invece se ne sia andato.

Sebbene ogni sito debba chiedere il permesso di usare i dati forniti dall'API, Mozilla ritiene che il suo funzionamento dia vita a «un'opportunità per il capitalismo di sorveglianza» in quanto «invita i siti a invadere aspetti della privacy fisica degli utenti, a mantenere per molto tempo dati circa il comportamento fisico dell'utente, a impararne i ritmi quotidiani (come la pausa per il pranzo) e a utilizzare questi dati per una manipolazione psicologica proattiva (per esempio agendo sul senso di fame, sulle emozioni, sulle scelte)» come spiega Tantek Çelik.

Leggi l'articolo originale su ZEUS News

Torino, Como e Udine hanno già approvato i progetti, nonostante i rischi e il fatto che al momento non siano tecnicamente legali

Raggiungere il centro di Udine a piedi, partendo dalla stazione ferroviaria, è piuttosto semplice: Google Maps consiglia di camminare in via Roma, una strada a senso unico con molti negozi, qualche dehors, e due file di magnolie che danno il nome al quartiere. Come in tutte le zone vicino alle stazioni, anche nel quartiere delle Magnolie si possono incontrare persone con problemi di alcol o senza una casa. Negli ultimi anni ci sono stati alcuni arresti legati allo spaccio di droga e chi abita qui ha chiesto più volte al comune di intervenire per garantire più sicurezza.

La soluzione trovata coinvolgerà chiunque camminerà in via Roma e in tante altre strade di Udine: tutti saranno osservati, seguiti e identificati dalle telecamere per il riconoscimento facciale, che il comune vuole attivare nei prossimi mesi. Potenzialmente si potranno acquisire i dati biometrici – le caratteristiche fisiche che consentono di identificare una faccia – di migliaia di persone ogni giorno: secondo il Garante della privacy, che ha già fermato un progetto simile, questa tecnologia rappresenta una premessa per la sorveglianza di massa.

Leggi l'articolo completo su Il post.

Il sistema potrebbe essere convertito in qualsiasi momento in uno strumento di spionaggio di massa, per rintracciare e perseguire minoranze, attivisti e oppositori politici.

Apple ha annunciato una serie di misure per la “protezione dei bambini” che hanno fatto rabbrividire gli esperti e gli attivisti per la privacy. Si tratta di tre programmi separati, che per ora saranno applicati solo negli Stati Uniti — ma nel proprio comunicato stampa l’azienda di Cupertino ha scritto che i suoi impegni “si evolveranno e si espanderanno del tempo” perché “proteggere i bambini è una responsabilità importante.”

Ma come dovrebbero essere protetti i bambini? Leggi cosa dice Apple e le criticità individuate da "The submarine"

Inoltre il parlamento Europeo ha approvato di recente la Deroga ePrivacy, che consente ai fornitori di servizi di posta elettronica e di messaggistica, di poter cercare all'interno dei messaggi personali di ciascun cittadino con lo scopo di individuare presunti contenuti sospetti, e quindi segnalarli alla polizia.

Leggi cosa ne dice Redhotcyber"

I risultati dell’inchiesta Project Pegasus dettagliano quanto sia diffuso l’utilizzo dello spyware Pegasus, prodotto dall’azienda israeliana Nso, già nota agli esperti di sicurezza informatica come una delle più attive e importanti in questo mercato. Grazie a un leak ottenuto dalla redazione parigina di Forbidden Stories e da Amnesty International, il cui contenuto è stato poi condiviso con il Guardian e altre testate giornalistiche, l’inchiesta ha rivelato l’esistenza di una lista di 50mila utenze telefoniche potenzialmente target dei clienti di Nso e dello spyware Pegasus.

Simone Pieranni intervista Philip Di Salvo, ricercatore dell’Università della Svizzera italiana, attualmente Visiting Fellow alla London School of Economics and Political Science (LSE) e autore del libro «Leaks. Whistleblowing e hacking nell’età senza segreti» (Luiss University Press, 2019)

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Metropoli e controllo. La Cina esporta hardware e «standard» per smart city in tutto il mondo. Ma il progetto simbolo vicino a Pechino non sta funzionando

Nella narrazione futuristica e iper tecnologica cinese, le smart city costituiscono una sorta di riassunto nel quale finiscono i tanti aspetti della nuova postura cinese: città di due milioni e mezzo di abitanti circa, completamente sostenibili, con il traffico regolato da algoritmi, con auto a guida autonoma a sfrecciare silenziose su strade pulite e cittadini controllati 24 ore su 24.

LA CINA STA SVILUPPANDO 500 progetti di smart city, seguendo le direttive del Partito e del presidente Xi Jinping in persona che si è più volte espresso al riguardo, chiedendo di sviluppare la nascita di «città intelligenti e sicure». Come spesso accade per questo processo tecnologico cinese, le componenti, l’hardware e il software, costituiscono anche uno dei comparti che la Cina esporta. Secondo uno studio del 2020 di Rwr ADvisory, la Cina avrebbe già sottoscritto oltre 100 accordi per esportare «pacchetti» per città «intelligenti» e «sicure» (oltre 70 all’interno del progetto della Nuova via delle Seta).

Leggi l'articolo di Simone PIeranni su "il Manifesto"

Nella puntata del 4 aprile. Un excursus dell'uso dei metadati all'interno del Web per "descrivere" in maniera comprensibile alle macchine il contenuto di una certa pagina. Vediamo che agli albori questo è molto incoraggiato, con l'uso del tag html "keywords" fondamentale per la nascita dei motori di ricerca. Man mano, il sistema appare pieno di difetti, e si passa a deprecare questo metodo, in funzione dell'estrazione automatica del contenuto. Negli ultimi anni però avviene un'inversione di tendenza: le grandi aziende informatiche rilanciano l'uso dei metadati. Infatti queste basano i loro profitti sui contenuti generati dagli utenti; più questi contenuti sono analizzabili in maniera profonda, più possono sviluppare modi di farci soldi sopra. Ecco quindi che alcune tecnologie vengono create (o alimentate) a uso e consumo dei social network o dei motori di ricerca. Sono tecnicamente aperte, sì - nel senso che sono standard aperti, implementabili da chiunque - ma sono dirette ad un fine specifico.

Notizie varie:

  • Il ministero dell'interno prende di mira giornalisti che facevano inchieste sulla situazione in Libia e sulle condizioni delle persone che attraversano il Mediterraneo per arrivare in Italia.
  • Stallman ritorna alla chetichella all'interno della board della FSF, dopo che si era dimesso per le forti critiche legate alle posizioni che aveva espresso sul caso Epstein e in generale sui suoi atteggiamenti. Una petizione chiede pertanto che tutta la board della FSF rassegni le dimissioni. Come spesso avviene, la difesa non fa altro che confermare le accuse.
  • SCO di nuovo alla carica
  • Firefox 86 introduce la Total Cookie Protection

Ascolta il podcast nel sito di Radio Onda Rossa